Enrico Vita: Amplifon, innovazione e cura dell’udito oggi

Tra innovazione digitale, competenze audiologiche e centralità della persona, Enrico Vita guida una realtà globale che trasforma l’hearing care in un servizio su misura. Dalla diagnosi al follow-up, prevenzione e impatto sociale alimentano risultati concreti per milioni di clienti.

Enrico Vita

Enrico Vita: l’approccio umano-tecnologico di Amplifon

Nata a Milano 75 anni fa, Amplifon è oggi un punto di riferimento globale nei servizi per l’hearing care: una rete di 10mila centri audiologici in 26 Paesi, sostenuta ogni giorno da circa 20mila professionisti. Il cuore del modello è l’assistenza su misura: gli audioprotesisti accolgono ogni persona con un percorso completo, dal test gratuito per individuare un’eventuale ipoacusia e la sua entità, alla selezione dell’apparecchio più adatto, fino al follow-up e alla manutenzione nel tempo. In questa relazione tra competenze cliniche e tecnologie avanzate sta il vero differenziale competitivo. Non a caso, Enrico Vita, Amministratore Delegato e Direttore Generale del Gruppo, dichiara: "La nostra missione è semplice, ma potente: aiutare le persone a riscoprire tutte le emozioni dei suoni". Un impegno concreto che si traduce in strumenti digitali, teleconsulenza e servizi connessi che rendono l’esperienza fluida, accessibile e misurabile nei risultati. A supporto di questo approccio opera Amplifon X, il centro dedicato all’innovazione che sviluppa soluzioni per la diagnostica digitale e la gestione del percorso terapeutico anche tramite app. La tecnologia, però, è sempre al servizio delle persone: processi, dati e dispositivi sono orchestrati intorno alle esigenze individuali, con piani di adattamento progressivo e controlli periodici pensati per massimizzare comfort e resa acustica. Come sottolinea l’AD e DG: "Ciò che più ci distingue, infatti, è il modo in cui ci prendiamo cura dei nostri clienti: ogni percorso uditivo è unico, e richiede ascolto, empatia e personalizzazione". Una filosofia che si riflette nella qualità del servizio, nella consulenza continuativa e nella capacità di instaurare una relazione di fiducia lungo tutto il ciclo di vita dell’applicazione acustica.

Enrico Vita: il percorso ESG, inclusione e crescita

Le radici dell’azienda affondano nel 1950, quando l’ingegnere ed ex ufficiale britannico Charles Holland, dopo aver partecipato alla liberazione dell’Italia durante la Seconda Guerra Mondiale, decise di stabilirsi a Milano e avviare i primi laboratori mobili, quindi i centri di Milano e Torino. Dalla metà degli anni ’90 è iniziata l’espansione internazionale che ha portato la società a presidiare cinque continenti e a quotarsi alla Borsa di Milano: oggi la presidenza è affidata a Susan Carol Holland. In parallelo alla crescita geografica, i fondamentali economici si sono consolidati, con ricavi annuali vicini a 2,5 miliardi di euro, mentre l’identità organizzativa si distingue per un ambiente giovane (età media 38 anni), multiculturale (oltre 100 nazionalità) e a forte presenza femminile (più del 70% del team). Sotto la guida di Enrico Vita, questi elementi convergono in un disegno di lungo periodo che coniuga qualità del servizio, innovazione continua e responsabilità verso le comunità. Tale impegno è formalizzato in un Piano ESG con 20 obiettivi pluriennali che abbracciano ambiente, comunità, innovazione e persone. Tra i target spicca la formazione: almeno tre giornate medie all’anno per tutti i dipendenti fino al 2026, a conferma di un percorso strutturato di aggiornamento delle competenze. La prevenzione è un altro pilastro: l’educazione all’ascolto responsabile passa anche dal progetto “Listen Responsibly”, mentre i dati dell’Organizzazione mondiale della Sanità richiamano l’attenzione su un rischio concreto — circa un miliardo di under 35 potrebbe andare incontro a perdite uditive precoci a causa di abitudini di ascolto poco sicure. Dal 2020, è attiva inoltre la Fondazione Amplifon, che promuove progetti di inclusione sociale per le persone anziane in Italia, Australia, Francia e Portogallo, coinvolgendo molti volontari tra i collaboratori e le collaboratrici del Gruppo.

Commenti