Dalla domanda elettrica spinta dall’AI ai carburanti sintetici per l’aviazione, fino al ruolo del nucleare di nuova generazione: Fabio Fritelli, Managing Director di NEXTCHEM, ha messo a fuoco tecnologie, geografie e capitali della transizione, tra economia circolare, scaling industriale e nuovi hub di ingegneria in Italia e all’estero.
Fabio Fritelli: la vision su transizione, innovazione e scala industriale
Nel confronto sono emerse le direttrici operative di NEXTCHEM (Gruppo MAIRE): fertilizzanti a minore intensità carbonica, energy vectors per la mobilità e soluzioni circolari per valorizzare scarti e plastiche non riciclabili, con un approccio di trasferimento tecnologico che interviene dal TRL5 in avanti per portare in scala ciò che funziona in laboratorio. La proposta combina ricerca applicata, ingegneria di processo ed esecuzione impiantistica in un modello integrato che riduce il rischio di progetto e accelera il time‑to‑market, rispondendo alla domanda industriale di soluzioni end‑to‑end. In questo perimetro, la sinergia con MAIRE consente di validare tecnologie, standardizzare i pacchetti e replicarli su più siti, convertendo il know‑how in pipeline esecutiva e risultati misurabili. Non a caso, "i clienti oggi richiedono un prodotto end-to-end, non vogliono stare a discutere con chi fornisce la tecnologia, se è la tecnologia che non funziona o è la parte esecutiva che non è andata bene". Nel medio periodo, la strategia include hub di competenze diffusi: dal NX Engineering District di Catania, che riunisce discipline chiave (procurement, civile, processi, innovazione), alla capacità di attrarre e trattenere talenti, bilanciando lavoro distribuito e partecipazione ai progetti. A livello di risorse, una parte significativa della forza lavoro è localizzata in India per sostenere la crescita, mentre in Italia si moltiplicano team agili orientati a task ad alta specializzazione. In questo quadro, Fabio Fritelli chiarisce che l’obiettivo è massimizzare la scalabilità industriale delle tecnologie più mature, con metriche su performance, affidabilità e costi totali di proprietà.
Fabio Fritelli: geografie, SAF e nuove alleanze
Sul piano geopolitico, la fotografia è in movimento: l’Europa ricalibra ritmo e regole, gli Stati Uniti puntano su rinnovabili, elettrificazione e cattura della CO2, il Golfo reinveste i surplus fossili nella transizione, mentre la Sun Belt accelera grazie al costo del solare; Africa e Marocco emergono su fertilizzanti “verdi” legati a rinnovabili e prossimità ai mercati. A complicare l’offerta, "la richiesta e la domanda di energia da parte dell'industria nascente dei dati, dell'Intelligenza Artificiale è in realtà il più grande competitor alla transizione energetica dell'industria classica tradizionale", ha evidenziato Fabio Fritelli. Sul trasporto aereo, le traiettorie europee (quote crescenti di SAF) sono considerate sostenibili in termini di costo unitario, con primo step basato su feedstock bio (oli esausti, palmoil) e graduale evoluzione verso e‑fuels (ISAF) e percorsi da rifiuti non riciclabili, pur con volumi ancora “omeopatici” rispetto alla domanda. In parallelo, prende forma una partnership sul nucleare di nuova generazione: l’obiettivo è progettare la “conventional island” attorno alla nuclear island di small/advanced modular reactors, valorizzando anche soluzioni che gestiscono scorie già in ambiente. In Italia servirà un framework legislativo adeguato. Nel frattempo, il mix al 2050 resta ampio: gas come vettore della transizione (con CCUS e tecnologie low‑carbon), rinnovabili in crescita, geotermia e idro dove disponibili, bio‑soluzioni e recupero energetico da scarti. L’orizzonte operativo resta decennale, con tappe di validazione tecnologica, integrazione nella filiera e scalabilità su cluster industriali.
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