Nel cuore della crisi geopolitica, mentre le catene globali del valore si accorciano e i venti di deglobalizzazione soffiano con forza, c’è chi intravede un’opportunità di rinascita industriale. È Luca Dal Fabbro, Presidente del Gruppo Iren, che nel suo nuovo libro “Proteggere il futuro” (Rubettino Editore) mostra una visione chiara: l’Europa può ancora contare, a patto che ritrovi una direzione strategica.
Luca Dal Fabbro: onshoring, economia circolare e sicurezza
Per Luca Dal Fabbro, l’onshoring – la rilocalizzazione della produzione industriale in Europa – è una necessità, non un’opzione. La fragilità delle catene di fornitura globali, minacciate da conflitti e instabilità, impone all’Europa di ripensarsi. E l’Italia, seconda potenza manifatturiera del continente, può giocare un ruolo decisivo. “Un terzo della nostra produzione industriale dipende da 20 materiali critici che oggi importiamo. Eppure, molti di questi possono essere recuperati dai rifiuti. Iren, ad esempio, ha un impianto ad Arezzo che estrae terre rare dalle schede elettroniche dismesse – spiega il Presidente – È economia circolare, è sicurezza strategica”. Accanto ai materiali critici, c’è l’urgenza della transizione energetica. Ma secondo il Presidente, serve pragmatismo: “Non possiamo pensare di abbandonare il motore endotermico nel 2035 se prima non creiamo infrastrutture adeguate, come le colonnine o le fabbriche di batterie. Il Green Deal va riorientato, non cancellato”, avverte Luca Dal Fabbro. La soluzione? Investire su ricerca, tecnologie e soprattutto sul potenziale del solare e dell’eolico: “In Italia potremmo installare fino a 100mila megawatt in più, usando nuove pale e pannelli avanzati, magari riconvertendo aree industriali dismesse. Basterebbe il 2% del territorio nazionale”.
Luca Dal Fabbro: “All’Europa serve visione industriale”
“Quello che manca al Paese è una visione industriale futura dell’Europa che deve investire in digitale, nuova tecnologia, riciclo e supportare il Piano Mattei per le risorse”, ribadisce. Luca Dal Fabbro si focalizza poi sui bond: “Si parla di bond per la difesa, ma non ci si assicura la pace con i missili. Dove passano le merci non passano i carri armati”, ricorda. “Come spiega la ricerca che Iren ha commissionato all’European House Ambrosetti, un terzo del PIL italiano dipende direttamente da 7/8 materiali critici: impossibile perderli”, aggiunge. Sul fronte del caro energia, il Presidente di Iren punta il dito contro un’eredità pesante. “Abbiamo ereditato un mix energetico svantaggioso – spiega – La Spagna ha un prezzo dell’energia più basso e infatti cresce. Bisogna aumentare le rinnovabili il più possibile, usando l’energia da solare e con il repowering dell’esistente potremmo ridurre in modo considerevole i costi, dando anche ristoro alle famiglie”. Consapevole della necessità di tutelare il paesaggio italiano, Luca Dal Fabbro rassicura: “Non vogliamo deturpare il territorio. Ma senza energia non si può vivere. Dobbiamo usare in modo intelligente le aree dismesse e meno pregiate. La bellezza è una risorsa, ma anche l’energia lo è. E senza una non c’è l’altra”.
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