Alessandro Benetton su LinkedIn: lavorare per obiettivi, non per orari

Smart working, le riflessioni di Alessandro Benetton“Abbiamo imparato che esiste un equilibrio nella vita di ognuno di noi che passa anche attraverso la riscrittura dei flussi e degli spazi di lavoro”.

Alessandro Benetton

Alessandro Benetton: smart working, si accende il dibattito

Lavorare per obiettivi, anziché per orari. Su LinkedIn Alessandro Benetton spiega quanto e come lo smart working abbia impattato nelle nostre vite a partire dal 2020 per poi interrogarsi su una delle questioni più dibattute oggi: è la fine del lavoro da remoto? “Di recente ho letto molti articoli che parlano della fine dello smart working. Ho anche notato che la conversazione, soprattutto qui su LinkedIn, si è accesa molto sul tema. Ed è giusto, tutto sommato, che il dibattito si sia infiammato. È incredibile pensare come alcune aziende, in Italia e all’estero, abbiano dimenticato con così tanta facilità l’esperienza della pandemia” scrive Alessandro Benetton. “Intendiamoci, sono un amante delle relazioni professionali in presenza. Tuttora credo che lavorare gomito a gomito abbia un valore inestimabile per la coesione di un team, e dunque per la crescita di un’azienda. Quello che non comprendo è il desiderio di distaccarsi da questa opzione” spiega nel post parlando di “distacco anacronistico, se me lo concedete”: basterebbe pensare che esiste “un segmento del business che lavora principalmente usando il computer e ha dimostrato per anni di riuscire a operare in questa modalità, del tutto o parzialmente da remoto”.

Alessandro Benetton: l’importante, come sempre, è restare aperti al cambiamento

Per Alessandro Benetton sono diversi gli insegnamenti che lascia lo smart working: “Abbiamo imparato che si può lavorare per obiettivi, anziché per orari. Abbiamo imparato che la flessibilità del lavoro consente ai collaboratori di gestire meglio i diversi impegni di vita, compresi quelli personali, e questo aumenta la soddisfazione. Abbiamo imparato, insomma, che esiste un equilibrio nella vita di ognuno di noi che passa anche attraverso la riscrittura dei flussi e degli spazi di lavoro”. Il dibattito resta oggi “ancora acceso ed è giusto che sia così: stiamo tutti studiando, ancora oggi, sia i benefici del lavoro da remoto sia quelli del lavoro in presenza”. L’augurio di Alessandro Benetton quindi è che la conversazione possa proseguire in modo aperto e sereno: “Non esistono assoluti e la formula ideale avrà sempre di più un aspetto ibrido. L’importante, come sempre, è restare aperti al cambiamento”.

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