Segnale inequivocabile del climate change, la siccità rischia di avere effetti su agricoltura ed energia. Ne ha parlato Gianni Vittorio Armani in un’intervista rilasciata al quotidiano “Libero”.
Gianni Vittorio Armani: “Clima cambia rapidamente. Su reti idriche il Paese sconta un fortissimo ritardo”
Precipitazioni del 50% al di sotto della media storica, bacini idroelettrici ai minimi e neve accumulata sulle Alpi insufficiente a riempirli. Dopo il secondo inverno di siccità, per il Paese l’estate 2023 si preannuncia quantomeno complessa. A parlarne è Gianni Vittorio Armani, Amministratore Delegato di Iren, ai microfoni del quotidiano “Libero”. “La regolarità con cui questi eventi si sono verificati negli ultimi anni è sicuramente il segnale evidente di un clima che sta cambiando rapidamente – ha dichiarato il manager alla guida della multiutility – al quale dobbiamo far fronte cercando le più efficaci soluzioni a beneficio di tutto il Paese”. Se è vero che al momento è possibile escludere criticità sul fronte dell’approvvigionamento dell’acqua potabile, così non è per il settore dell’agricoltura che, oltre a risentire della siccità, rischia di pagare le conseguenze dell’acuirsi della crisi energetica: “La scarsità di acqua ridurrà la disponibilità di energia idroelettrica, ma anche la portata dei fiumi, in particolare il Po, che è un elemento fondamentale per il raffreddamento degli impianti delle centrali termoelettriche che garantiscono la sicurezza del nostro sistema energetico”, spiega Gianni Vittorio Armani. Si rende dunque necessario accelerare gli investimenti sulle reti idriche, che ad oggi, ricorda, sprecano oltre il 40% dell’acqua accumulata. L’Italia soffre di un ritardo fortissimo che l’AD imputa alla mancanza di aziende in grado di colmare il gap infrastrutturale: “Le Utility dell’acqua come Iren possano dare un contributo importante”.
Gianni Vittorio Armani: “Mezzogiorno? Servono investimenti strutturali. Iren impegnata in Calabria e Sicilia”
Ma gli investimenti dovranno riguardare anche e soprattutto le infrastrutture idriche destinate all’agricoltura, sottolinea Gianni Vittorio Armani, e le risorse del PNRR potranno contribuire allo scopo: “È necessario un piano di investimenti importante che ripristini l’efficienza dei canali di raccolta dell’acqua e di irrigazione, che sono prevalentemente a cielo aperto, e la realizzazione di bacini di raccolta dell’acqua che garantiscano delle riserve per il periodo estivo”. C’è poi da affrontare la questione del dissesto idrogeologico, con il Paese che si trova a far fronte ad eventi climatici sempre più estremi senza tuttavia avere la preparazione adeguata: “La pubblica amministrazione, dopo anni di impoverimento professionale, non è più in grado di farsi carico del programma di investimenti necessario”. Un problema particolarmente sentito al Sud, dove Iren lo scorso anno ha avviato collaborazioni in Sicilia e Calabria per lo sviluppo delle reti idriche: “Il Mezzogiorno richiederebbe interventi strutturali in numerosi campi, ma ancora una volta è la gestione delle reti idriche uno degli ambiti strategici sui ci si dovrebbe subito concentrare”. Le regioni meridionali oggi possono contare anche su un nuovo fattore competitivo, ossia l’energia a basso costo ottenuta grazie alla produzione da fonti rinnovabili. Un’opportunità che per essere colta necessita del giusto contesto infrastrutturale e professionale, conclude Gianni Vittorio Armani: “È necessario creare uno zoccolo di aziende sane, partendo ad esempio dai servizi essenziali di pubblica utilità come le reti idriche, che mettano a disposizione e sviluppino le professionalità necessarie per attrarre le iniziative imprenditoriali e i capitali che occorrono per realizzare gli investimenti”.
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