La "Traiettoria" di Alessandro Benetton ha conosciuto grandi traguardi ma anche cadute: l'importanza di riuscire a rialzarsi e di guardare al futuro facendo tesoro degli insegnamenti che la vita ci dà.
Alessandro Benetton: "Vanity Fair" racconta "La Traiettoria"
"Non è facile raccontare tutto di sé. Soprattutto se ti chiami Alessandro Benetton. Se da sempre tutti provano a radiografarti, definirti": l'incipit dell'articolo di "Vanity Fair", pubblicato in occasione dell'uscita della sua nuova autobiografia, racchiude efficacemente l'essenza de "La Traiettoria". Raccontarsi, raccontare. I successi. Le sconfitte. I messaggi, gli insegnamenti. "Questo libro è dedicato a mia madre, che è stata per me radice, forza e rifugio. E a mio padre che mi ha insegnato la creatività e il senso di appartenenza. Ma è consegnato soprattutto ad Agnese, Tobias e Luce, i miei figli, il futuro che vedo allungarsi verso il domani", spiega Alessandro Benetton.
Alessandro Benetton: volevo raccontarmi così come sono e il giudizio spietato dei miei figli mi ha tranquillizzato
Non si risparmia Alessandro Benetton. Nel nuovo libro trovano spazio aneddoti piuttosto conosciuti ma anche e soprattutto aspetti totalmente inediti. L'infanzia, l'adolescenza. I rapporti con i genitori, a partire dal padre. E poi la decisione di inseguire l'ignoto: allontanarsi da quel futuro già scritto nelle aziende di famiglia per avventurarsi in una strada totalmente nuova che lo ha portato a dare vita a 21 Invest. L'imprenditore ma soprattutto l'uomo: prima figlio e oggi padre. "È stato un percorso lungo ma quello che volevo emergesse era prima di tutto la trasparenza", spiega oggi Alessandro Benetton durante uno dei numerosi eventi di presentazione de "La Traiettoria. "Volevo raccontarmi così, esattamente come sono, e il giudizio spietato dei miei figli mi ha tranquillizzato", racconta l'imprenditore: "Sono io".
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