La crisi dei prezzi dell'energia e i mutamenti negli scenari internazionali rappresentano per il Paese un'opportunità in vista della transizione green. A dirlo è Fabrizio Di Amato, Presidente di Maire Tecnimont, in un'intervista pubblicata sul "Corriere della Sera".
Fabrizio Di Amato: "Italia? Non un Paese ricco di risorse ma con forti competenze"
Con il Decreto energia recentemente approvato dal Governo Draghi, l'Italia compie i primi passi verso l'indipendenza dal gas russo. Numerose le liberalizzazioni e le riforme che riguardano le rinnovabili, con lo scopo di accelerare verso la svolta green. Sul tema è intervenuto Fabrizio Di Amato, Presidente di Maire Tecnimont. Per l'imprenditore lo scenario energetico attuale deve essere visto come un'opportunità: "C'è in gioco la transizione ecologica - ha detto in un'intervista al "Corriere della Sera" - si tratta di un'occasione da non sprecare per ridare le carte al sistema industriale e pensare a nuovi modelli". Fondamentale per il successo il coinvolgimento diretto dell'industria energetica: "L'Italia non è un Paese ricco di risorse ma ha sviluppato straordinarie competenze ingegneristiche, le migliori al mondo. Da qui bisogna ripartire". Il Gruppo è pronto a impegnarsi direttamente per contribuire alla transizione del Paese: "Abbiamo radici antiche e ora vogliamo proiettarle nel futuro per costruire impianti del terzo millennio con il 'nuovo' petrolio che viene dalla valorizzazione dei rifiuti - è la proposta di Fabrizio Di Amato - Ottimizzare il riciclo degli scarti urbani e industriali che non si possono riciclare e produrre gas sintetico, etanolo, metanolo e idrogeno a basse emissioni".
Fabrizio Di Amato: "Sfruttare gli impianti dismessi per arrivare in anticipo alla neutralità carbonica"
Un disegno ambizioso, quello del Presidente di Maire Tecnimont, che parte da un'idea di fondo ben precisa: evitare gli errori del passato in materia di energia: "Oggi il Presidente del consiglio sta impostando una strategia di lungo periodo e la speranza - sottolinea Fabrizio Di Amato - è che includa la transizione ecologica e venga poi proseguita. Io la inserirei come legge costituzionale, così nessuno la potrà più smontare". Riciclare i rifiuti per produrre gas sostitutivo del metano potrebbe ridurre del 10% il fabbisogno di gas per il settore termoelettrico. Senza considerare l'enorme risparmio anche in termini economici, con l'Italia che oggi paga a caro prezzo i servizi di smaltimento offerti dai partner europei. Per Fabrizio Di Amato il primo passo concreto potrebbe essere quello di ripartire dai siti industriali in dismissione, in particolare da quelli di raffinazione, e sfruttare le infrastrutture esistenti per trasformarli in impianti di riciclo simili a quello che la multinazionale possiede a Brescia: "Il concetto è quello del 'distretto circolare verde', dove i rifiuti diventano idrogeno, metanolo, fertilizzanti. Con la cattura e la valorizzazione della CO2 possiamo arrivare alla neutralità carbonica prima degli obiettivi europei. Grazie a questo - conclude Fabrizio Di Amato - l'Italia può realizzare quei prodotti che fin qui ha importato".
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