Ha riportato L'Oréal Italia in carreggiata e oggi dà slancio alla crescita di KIKO Milano. Un percorso, quello di Cristina Scocchia, che inizia già durante gli anni all'università con uno stage per una grossa multinazionale. La manager ne ha parlato a "Quarta Repubblica".
Cristina Scocchia: la gavetta in Procter&Gamble e il passaggio a L'Oréal
"La mia storia inizia in Bocconi, quando un giorno andai alla presentazione di una grande azienda americana, la Procter&Gamble, che mi colpì tantissimo perché parlavano di talento e valorizzazione del merito. Inviai un curriculum e nonostante la poca esperienza mi presero". A parlare è Cristina Scocchia, CEO di KIKO Milano, società italiana leader nel settore della cosmetica. La manager classe 1973 è stata intervistata da Nicola Porro in una puntata di "Quarto Grado", durante la quale ha ripercorso le tappe fondamentali della sua carriera. Nonostante non avesse ancora terminato gli studi, racconta, dopo uno stage di tre mesi Procter&Gamble decide di assumerla: "Per tre anni ho studiato dalle 10 di sera alle tre del mattino. La gavetta è stata dura, ma sentivo che era la mia grande opportunità". Dopo aver conseguito la laurea in Economia e Commercio con il massimo dei voti, si stabilisce a Roma e poi a Ginevra, dove sempre per Procter&Gamble si occupa di prodotti per la cura della casa. Il passaggio al beauty arriva nel 2012, quando comincia ad occuparsi delle Cosmetics International Operations. Due anni più tardi Cristina Scocchia fa il suo ingresso in L'Oréal Italia come AD.
Cristina Scocchia: le attività in KIKO Milano
L'Oréal Italia viene da un periodo di difficoltà: l'obiettivo di Cristina Scocchia è dunque quello di risanare l'azienda e immetterla in un percorso di crescita. "Per tre anni e mezzo abbiamo ridotto i costi, ampliato la gamma e investito in trasformazione digitale - ha ricordato - in questo modo fatturato e profitto sono tornati a crescere". Per il contributo in L'Oréal Italia, viene insignita della Legione d'Onore dall'ambasciatore francese. Raggiunto lo scopo prefissato, la manager decide tuttavia di accettare una nuova sfida. È il 2017 quando KIKO Milano la nomina CEO: "Non volevo più essere a capo di una filiale e fare il co-pilota - spiega Cristina Scocchia - ma diventare responsabile di tutta un'azienda". I risultati della sua guida si vedono già nel 2019, quando la società chiude l'anno con un fatturato di 600 milioni. Poi la pandemia e la chiusura dei negozi. Nonostante le difficoltà legate all'emergenza sanitaria, KIKO Milano realizza un piano che punta alla crescita, con investimenti in innovazione e digitalizzazione, accelerazione del franchising e nuove aperture in Asia. "Il colpo è stato forte ma abbiamo resistito. In salita si deve accelerare: tanto più la situazione è difficile - conclude - tanto più bisogna trovare la determinazione per trasformare il problema in un'opportunità di ripartenza".
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