CO2 e gas dietro il caro bollette, Stefano Donnarumma (Terna): “Spingere su rinnovabili”

Per Stefano Donnarumma l'unica alternativa contro la variabilità dei prezzi delle commodities è potenziare al massimo la produzione di energia da rinnovabili. Solo così si possono evitare futuri rincari sulle bollette.

Stefano Donnarumma

Stefano Donnarumma: "Abilitare transizione energetica per abbattere i costi"

Dopo un dibattito durato diverse settimane, il Governo è riuscito a trovare la quadra sul rincaro tanto temuto delle bollette di luce e gas. Grazie alle misure contenute nel decreto legge approvato lo scorso 23 settembre, verrà infatti effettuato un taglio degli oneri di sistema e contemporaneamente ampliati i beneficiari del bonus sociale. Quasi tre i miliardi stanziati per tamponare gli effetti dei prezzi di gas e CO2. Effetti che in futuro, spiega Stefano Donnarumma, sarà possibile evitare soltanto portando a compimento la transizione energetica. L'Amministratore Delegato e Direttore Generale di Terna lo ha dichiarato nel suo recente intervento al Congresso dell'Associazione nazionale direttori amministrativi e finanziari (Andaf), tenutosi a Genova. Secondo il manager, per azzerare i rischi connessi alla volatilità delle materie prime, è necessario accelerare sul passaggio dalle fonti fossili alle rinnovabili. "Se noi oggi avessimo il 30% di energia da fonti fossili, invece che il 65% − sostiene Stefano Donnarummaquesti aumenti delle bollette dovuti all'aumento del prezzo del gas non li pagheremmo".

Stefano Donnarumma: "Paese hub strategico, ma bisogna intervenire sulle autorizzazioni"

L'obiettivo è dunque chiaro. Con il potenziamento della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, il Paese potrebbe finalmente puntare all'indipendenza energetica e quindi a minori costi in bolletta. Il Gruppo guidato da Stefano Donnarumma va proprio in questa direzione. Nel Piano di sviluppo di Terna sono infatti previsti 18 miliardi di investimenti in dieci anni per accompagnare la transizione ed abilitare l'installazione di fonti rinnovabili, che nel tempo porteranno ad un abbattimento dei costi per i cittadini e le imprese. Un percorso che rischia tuttavia di rallentare a causa di una burocrazia ancora troppo lenta in materia di autorizzazioni. "Noi oggi ci mettiamo 10 anni a fare un nuovo elettrodotto: 7 anni di progettazione e autorizzazioni e 3 di realizzazione. Se potessimo metterci la metà, realizzeremmo collegamenti elettrici con tutti i paesi dell'area del Mediterraneo, e diventeremmo un hub strategico in quest'area. Ma questo − conclude Stefano Donnarummaè impedito da passaggi burocratici affidati a risorse non incapaci, ma insufficienti".

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