Cristina Scocchia (Kiko): come superare la crisi nell’intervista a “Business People”

Cristina Scocchia lancia un appello sulla gestione della crisi economica: per l'AD di Kiko è fondamentale non rimanere indietro rispetto ai concorrenti internazionali.

Cristina Scocchia

Cristina Scocchia: imparare da quanto accaduto, velocità degli interventi essenziale

Per uscire dalla crisi occorrono misure drastiche, ma soprattutto veloci e chiare. L'obiettivo primario del Governo deve essere quello di preservare il comparto produttivo italiano fino alla reale ripartenza. Ad affermarlo Cristina Scocchia, AD di Kiko Milano, in un'intervista pubblicata sul mensile "Business People". Alcuni Paesi hanno rapidamente ottenuto un vantaggio competitivo per le loro imprese grazie alla reattività mostrata dai Governi. Passata la fase più critica dell'emergenza sanitaria, ora bisogna "imparare da quanto accaduto" e ripartire con gradualità e responsabilità. Ogni tentennamento nella gestione economica, secondo la manager, "rischia di costarci carissimo". Liquidità e tempestività sono elementi vitali per aziende e famiglie, ha spiegato Cristina Scocchia: "La velocità d'intervento è essenziale, se non vogliamo vedere impennarsi drammaticamente la curva dei disoccupati e delle famiglie sotto la soglia della povertà".

Cristina Scocchia: le sfide per contrastare la disoccupazione

La disoccupazione è una delle priorità da affrontare, secondo Cristina Scocchia, che ha definito "preoccupanti" i numeri italiani del fenomeno. Solo nel settore della cosmetica, gli effetti delle restrizioni imposte dai Governi hanno messo a rischio circa 130mila posti di lavoro. Un andamento che bisogna frenare. L'AD di Kiko propone di riformare gli ammortizzatori sociali e le politiche attive del lavoro, ma soprattutto di puntare sulle competenze del futuro. Oggi innovazione tecnologica e digitalizzazione sono driver indispensabili in qualsiasi ambito e non tutti i lavoratori sono riusciti a rimanere al passo. In Italia, ha affermato Cristina Scocchia, ci sono 240.000 posti di lavoro non assegnati per mancanza di skills tecnologiche e digitali. L'unico modo per risolvere questa nuova problematica, spiega l'AD, è dare la priorità al capitale umano, accelerando su percorsi di formazione e riqualificazione personale. Solo così sarà possibile tutelare i lavoratori e prepararli ai cambiamenti attesi nel post-pandemia.

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