Le aziende italiane hanno bisogno di sostegno concreto. L’arrivo di Draghi è un buon inizio, secondo Gianni Lettieri, ma per il patron di Atitech non bisogna dimenticare i lavoratori.
Gianni Lettieri: la crisi colpisce il Paese da Nord a Sud
In Italia, uno dei campanelli d’allarme più evidenti della crisi, sono le file dei cosiddetti “nuovi poveri” davanti le Caritas. Un fenomeno, ha spiegato Gianni Lettieri, che non fa distinzioni geografiche: “Anche in città più ricche come Milano è possibile trovare in fila donne con bambini che prima erano impiegate e che ora si ritrovano in uno stato di indigenza perché non possono più beneficiare della Cassa integrazione”. Per l’imprenditore napoletano alla guida di Atitech è necessario far ripartire il mercato del lavoro. Per questo motivo, è fondamentale che il PIL aumenti: “Occorre essere cauti finché c’è questa pandemia nel nostro Paese e nel mondo. Dobbiamo uscire da questo impasse e per farlo occorre lavorare tutti insieme”. Con il nuovo Governo Draghi le premesse ci sono tutte, in particolare per quanto riguarda un utilizzo efficiente del Recovery Fund: “Sotto questo aspetto Draghi è una sicurezza – ha dichiarato Gianni Lettieri –. Onestamente, negli ultimi due anni abbiamo avuto momenti imbarazzanti da parte del governo Conte, a causa della scarsa credibilità delle Istituzioni italiane”.
Gianni Lettieri: il ruolo degli imprenditori
Lo strumento messo in campo dall’Unione Europea per arginare l’impatto economico del Covid-19 è, secondo Gianni Lettieri, un’occasione unica: “Gli importi del Recovery Fund sono di gran lunga superiori a quelli del Piano Marshall, che ha salvato l’Italia dopo la Seconda Guerra Mondiale”. In attesa delle risorse, il patron di Atitech chiede al nuovo Governo di sostenere le imprese senza perdere altro tempo, con ristori adeguati e, soprattutto, immediati, in stile tedesco. Tuttavia, anche gli imprenditori italiani dovranno fare la loro parte. Un segnale importante sarebbe quello di non licenziare i propri dipendenti, sostiene Gianni Lettieri, soprattutto nel momento in cui scadrà il blocco. Il Presidente di Atitech chiede, quindi, ai suoi colleghi di tutelare i lavoratori. Uno sforzo in un momento di emergenza che definisce come un vero e proprio “atto di coraggio”, ma soprattutto un “dovere”.
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