“Voci sul Futuro”: l'autorevole parere di Paola Severino sul futuro del mondo

Non possiamo lasciare alle prossime generazioni solo il peso dei debiti che abbiamo contratto o l'inquinamento che abbiamo provocato, ma dobbiamo dare loro i mezzi per costruire un mondo solidale: a "Voci sul Futuro" il monito di Paola Severino, Vice Presidente dell'Università Luiss Guido Carli.

Paola Severino

Paola Severino: semplificazione e snellimento obiettivi importantissimi per il futuro del sistema normativo

Ospite del primo dei dieci forum "Voci sul Futuro" organizzati da ASviS e Ansa, la Vicepresidente dell'Università Luiss Guido Carli Paola Severino si è espressa sul futuro del sistema normativo italiano e della sua evoluzione. Nel suo intervento ha rilevato come l'Italia ma anche altri Paesi scontino una scarsa chiarezza in materia di leggi: "Il cittadino deve comprendere ciò che è permesso e che è vietato". La ragione è forse da ricercare nell'eccesso numerico: "Troppe leggi non servono, ce lo diceva già Tacito secoli fa. Servono soltanto ad accompagnare le repubbliche corrotte, perché nella moltitudine di norme si nasconde la possibilità di eludere la legge stessa". Il tema della semplificazione e dello snellimento secondo la Vicepresidente dell'Università Luiss Guido Carli è dunque "un obiettivo importantissimo per il futuro". Un altro aspetto riguarda la misurabilità degli effetti: "Noi tendiamo a cambiare troppo spesso le leggi senza occuparci della sorte di quelle precedenti, per capire se hanno avuto effetti o no". Paola Severino ha quindi invitato a riflettere su come oltre a lavorare per "dare grandi spinte all'approvazione delle leggi in Parlamento" il Governo debba anche "semplificare il modello di approvazione delle stesse, così da avere delle strade percorribili che non siano l'esercizio di ripetizione della stessa proposizione, alla commissione di turno o all'aula" in entrambe le camere: un meccanismo da riformare profondamente "per avere un equilibrio tra spinta governativa e funzione legislativa del Parlamento".

Paola Severino: il futuro del mondo tra sviluppo sostenibile e digitalizzazione

Il diritto alla vita è il diritto del futuro. Lo ha ricordato Paola Severino nel corso del forum "Voci sul Futuro", parlando di come sarebbe sbagliato lasciare alle prossime generazioni solo "il peso dei debiti che abbiamo contratto o l'inquinamento che abbiamo provocato". Ai giovani, come evidenziato dalla Vicepresidente dell'Università Luiss Guido Carli, "dobbiamo dare i mezzi per costruire in maniera solidale il nostro mondo". Paola Severino si è soffermata in particolare su due temi: l'inquinamento e la redistribuzione delle risorse economiche. Fare delle riforme sul contenimento dell'inquinamento è impossibile "se le imprese non vengono dotate dei mezzi economici per farlo". Per quanto riguarda il secondo tema "le diseguaglianze ci sono e sono tante": rispetto a queste "è nostra cura cercare di capire cosa fare". Se è chiaro che "in Europa il tema sarà quello della decarbonizzazione", per altri Paesi invece "il tema è la fame". Qui si gioca "il problema della divaricazione sociale e di ricchezza tra Paesi: la forbice è sempre più alta". Oggi poi, alla luce dell'emergenza Coronavirus, secondo Paola Severino anche nei Paesi più benestanti "dobbiamo iniziare a parlare di bisogno". Nel mondo che verrà, al centro dell'iniziativa organizzata da Ansa e ASviS, un ruolo determinante lo ricoprirà il digitale: "Noi lo vediamo come un fenomeno a due anime: negativo, perché ci porta fake news e disinformazione, però è anche un modo per fare muovere la società. L'uso di un computer o un tablet è quasi alla portata di tutti". Fenomeni negativi potrebbero essere evitati "se le persone fossero più informate e maggiormente educate a comprendere una notizia, a dubitare, a temere che quando si riceve una notizia incredibile questa possa anche essere falsa". Nelle parole della Vicepresidente dell'Università Luiss Guido Carli emerge dunque il valore della formazione: "Credo fortemente nell'educazione dei giovani, dei bambini, su questo tema. D'altro canto c'è la grande funzione di intermediazione, di selezione, della stampa. Esiste il reato di diffamazione, esiste il decalogo a cui deve ispirarsi il giornalista. Tutte queste regole devono essere trasferite nell'immensità del digitale".

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