Stando alle parole di Elisabetta Ripa, AD di Open Fiber, nel 2020 l’Italia avrà l’opportunità di diminuire il digital divide grazie alle decisioni che si dovranno prendere in merito al Piano Banda Ultra Larga e al recepimento del nuovo codice europeo delle telecomunicazioni.
Fondata nel 2015, Open Fiber ha realizzato in pochi anni una rete in fibra ottica su scala nazionale: grazie agli sforzi della società, guidata da Elisabetta Ripa, l'Italia è in procinto di recuperare il divario con gli altri Paesi europei.
Banda Ultra Larga in Italia: a che punto siamo? Il commento di Elisabetta Ripa
"Il Paese sta iniziando a recuperare i ritardi fotografati ogni anno dal Desi (Indice di digitalizzazione dell'economia e della società) della Ue":
Elisabetta Ripa, Amministratore Delegato di Open Fiber, commenta su "Il Sole 24 ORE" la situazione attuale rispetto allo sviluppo delle infrastrutture tlc in Italia. Grazie infatti al Piano BUL (Banda Ultra Larga) approvato dal Governo nel 2015, anche le cosiddette aree a fallimento di mercato (Cluster C e D) hanno ottenuto i primi vantaggi di una diffusione capillare della banda ad alta velocità. Essenziale il contributo di Open Fiber, operatore wholesale only di Enel e Cdp, che grazie alla possibilità di utilizzare l'infrastruttura della società elettrica, in pochi anni è riuscita a realizzare una rete capillare in fibra ottica in modalità Fhht, permettendo a milioni di utenti di navigare alla velocità di almeno 1 gigabit per secondo. Un risultato che ha comportato anche una corsa all'aggiornamento da parte degli operatori privati. Ma la vera sfida per il Paese, secondo
Elisabetta Ripa, partirà quest'anno.
Elisabetta Ripa: i 3 motivi per cui il 2020 sarà l'anno di svolta per il digitale
Sebbene il progetto BUL sia un programma che non ha avuto eguali in Europa, l'Italia è ancora agli ultimi posti per le performance digitali, con un gap ancora da recuperare. Lo sa bene
Elisabetta Ripa quando afferma che il 2020 sarà decisivo per il Paese sotto questo punto di vista. Sono 3 i motivi principali secondo l'AD di Open Fiber. Il primo è che il Parlamento italiano dovrà obbligatoriamente attuare il recepimento del Codice europeo delle telecomunicazioni: approvato a fine 2018, comporterà un cambio radicale nel settore, mettendo in primo piano finalità di sviluppo, crescita e investimenti. Il Comitato BUL, questa la seconda motivazione, ha deciso di dedicarsi alle "aree grigie", ossia dove è presente un solo operatore che offre o offrirà una rete ultra band: rappresentando un terzo del territorio, l'operazione di infrastrutturazione prevista risulterà fondamentale. Il terzo motivo riguarda l'azione dell'attuale Governo, che ha deciso di sburocratizzare la realizzazione delle reti tlc dando la possibilità di velocizzare i processi di autorizzazione.
"Questi decisivi passaggi rappresentano una grande opportunità. È necessario che le scelte di policy siano supportate da una visione coraggiosa e lungimirante - spiega
Elisabetta Ripa -
finalizzata al completamento di una nuova rete di accesso pubblica in fibra ottica, a cui Open Fiber sta già lavorando sulla base dei bandi Infratel".